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Come connettersi a internet dall’estero

Il mondo ora è sempre più vicino a te! Come connettersi a internet quando sei all’estero.

Al giorno d’oggi non possiamo fare a meno del nostro portatile, iPad, Iphone etc.. che perfino durate le (tue) vacanze lo portiamo appresso per consultare le email, o per telefonare tramite skype a parenti ed amici.

Ma quali sono le soluzioni per risparmiare quando siamo all’estero? La cosa più importante è consultare le varie offerte dei diversi operatori telefonici.

Come ricorda saggiamente chi si occupa di creazione siti Roma, la normativa stabilita dall’Unione Europea entrata in vigore dal 1 luglio 2010 e le nuove regole del roaming internazionale hanno determinato una riduzione delle di bollette,permettendo al consumatore di fissare un tetto massimo personalizzato oltre il quale il servizio di roaming verrà disabilitato. In mancanza di un tetto fissato personalmente dal cliente l’UE ha stabilito un tetto massimo di 50 euro.

Le misure adottate si propongono di favorire la trasparenza dei costi. Gli operatori si adeguano e hanno iniziato quindi a lanciare internet key pensate proprio per navigare all’estero, con tariffe ad hoc.

Come connettersi a internet tramite cellulare o portatile

Per connettersi a internet quando si è all’estero bisogna farlo tramite roaming (Rintracciabilità nel territorio), dall’inglese to roam = vagare, andare in giro. Il roaming internazionale è il servizio che consente, quando ci si trova all’estero, di connettere un telefono cellulare o un computer portatile, in modo da poter fare e ricevere telefonate, inviare e ricevere sms e navigare in internet.

Quando ci troviamo al di fuori dei confini nazionali utilizziamo la rete di un altro operatore dietro pagamento di una quota. Il costo della connessione internet varia a secondo del paese in cui ci si trova.

Le compagnie telefoniche italiane hanno suddiviso il mondo in 4 zone: Le zone variano da operatore a operatore ma in linea di massima questa è la suddivisione che può modificarsi col tempo. Faccio presente che la zona 3 e 4 hanno tariffe più elevate .

Zone tariffarie “Roaming Internazionale”

Zona1: Austria, Belgio, Bulgaria, Canada, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Guernsey, Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svizzera, Svezia, Gran Bretagna, Ungheria, USA.

Zona2: Albania, Andorra, Bielorussia, Bosnia Herzegovina, Islanda, Liechtnstein, Lituania, Macedonia, Malta, Repubblica Ceca, Repubblica Moldava, Repubblica Slovacca, Russia, Serbija, Ucraina, Yugoslavia, Croazia, Romania, Turchia.

Zona3: Hong Kong, Australia, Bangladesh, Cina, Congo, Egitto, Georgia, Ghana, India, Mauritius, Namibia, Niger, Nigeria, Filippine, Repubblica Dominicana, Seychelles, Singapore, Syria, Taiwan, Tailandia, Tunisia, Yemen.

Zona4: Antille Olandesi, Argentina, Armenia, Azerbaijan, Barhain, Belize, Benin, Brasile, Bhutan, Cambogia, Cameroun, Costa d’avorio, Cuba, Emirati Arabi, Gabon, Gambia, Giordania, Guadalupe, Guyana, Jamaica, Indonesia, Israele, Kenia, Kuwait, Laos, Maldive, Malesia, Mali, Martinica, Messico, Mongolia, Perù, Paraguay, Sierra Leone, South Africa, Sri, Tanzania, Uganda, Uzbeckistan, Vietnam, Zambia.

Ogni operatore telefonico propone diversi tipi di promozioni per connettersi a internet dall’estero. Fra le varie tipologie di offerte le più comuni sono quelle giornaliere o settimanali. Le prime sono adatte a un utente che si connette raramente, questo permette flessibilità e di pagare solo nel momento che si è connessi alla rete. Le offerte settimanali hanno validità dal momento che le attiviamo e prevedono una settimana di traffico, adatte ad utenti che devono connettersi più volte al giorno.

Considerando che le promozioni cambiano sovente vi suggerisco prima di partire di consultare i vari operatori Tim– Vodafone – Wind -Tre e di acquistare la promozione più adatta alle vostre esigenze.

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Compiti di un buon sistemista

I computer hanno velocizzato e implementato immensamente lo svolgere dei vari compiti di un ufficio e di ogni azienda. Ma forse non tutti sanno che dietro al proprio terminale si stende una complessa rete che unisce tutte le postazioni ai server centrali, che devono sostenere carichi di dati molto superiori alle capacità di un normale computer. Queste strutture informatiche sono affidate alle mani di tecnici specializzati, che si occupano di costruirle, della loro manutenzione e innovazione: i sistemisti.

Ma non sono solo questi i suoi compiti: con l’aumento costante della presenza delle tecnologie informatiche e della comunicazione all’interno delle imprese, è aumentata enormemente l’importanza di figure professionali qualificate come il sistemista IT. Il lavoro in questione non è comunque paragonabile per finezza alla lucidatura marmo a Roma, attività di prestigio portata avanti da pochi esperti artigiani in tutto il nostro paese. I sistemisti eseguono uno scambio intenso con il cliente, un’analisi basata su principi standardizzati dei processi aziendali.

Analizzano e formalizzano le gestione dei problemi e delineano alternative possibili. Specificano i requisiti per i sistemi IT da creare o da aggiornare, in vari campi di astrazione e da diversi punti di vista. Inoltre grazie alla loro consulenza un’azienda può decidere come indirizzare il proprio futuro IT. Sono perciò figure fondamentali, soprattutto all’interno di uffici dotati di moderna tecnologia informatica e di comunicazione, con postazioni video, anche direttamente presso il cliente. L’assistenza sistemistica non è un di più, ma la base per poter utilizzare appieno e nel migliore dei modi le nuove tecnologie.

Ma cosa fa un sistemista nella pratica? I compiti sono davvero moltissimi, come per esempio eseguire analisi di sistema e delineare sistemi IT idonei oppure aggiornare i sistemi IT esistenti, o analizzare i requisiti del cliente, descrivere i processi aziendali, definire i modelli richiesti per sistemi IT, create soluzioni per sistemi IT, illustrare diverse alternative di soluzione e valutarle dall’aspetto economico e tecnologico e moltissime altre cose. Purtroppo non sempre, anzi quasi mai, l’università prepara davvero i giovani ad affrontare questo tipo di problemi, colpa di programmi non aggiornati o dell’impossibilità di tenere dietro a innovazioni così rapide e frequenti. A questo scopo nasce quindi l’agenzia formativa, che si occupa di fornire corsi lunghi o brevi su tematiche pratiche ed attuali.

Le possibilità d’impiego dei giovani sistemisti che si affacciano nel mondo del lavoro sono sicuramente molteplici. Le tecnologie IT sono un terreno inesplorato per i non addetti ai lavori, il che rende necessarie queste figure: agli amministratori di reti aziendali a personale di helpdesk, da trouble-shooters a insegnanti. Unico scoglio resta, come per molti altri lavori, la poca esperienza pregressa. Si può ovviare a questo svolgendo stage e tirocini presso aziende di servizi IT che offrono le loro conoscenze in cambio di aiuti a buon prezzo.

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Pozzi della Morte

In epoca medioevale macchine e strumenti di tortura ebbero grande fortuna e diffusione.

In una società pervasa da superstizioni di ogni sorta, per garantire l’ordine e la disciplina, le prigioni e le camere destinate a torturare i prigionieri divennero leggendarie, ed ogni castello che si rispettasse, anche il più piccolo, ne era dotato.

La dorsale appenninica emiliano-romagnola fu interessata in modo massiccio e diffuso dal fenomeno detto dell’incastellamento.

Per ragioni logistiche e per meglio garantirne la difesa, molti monti e colline furono deputati a luoghi ideali per edificare rocche, manieri, fortilizi, più o meno grandi castelli, destinati a resistere al tempo oltre che ai molti nemici, tanto da giungere sino ai giorni nostri.

Al loro interno, come già detto, spesso le cantine o gli ambienti sotterranei celavano le insalubri e umide segrete, destinate ad ospitare i prigionieri. Negli stessi ambienti capitava di sovente che vi venissero collocate le più disparate “macchine” utilizzate per infliggere le più atroci torture e sevizie, utili per estorcere confessioni come per dispensare le più clamorose punizioni corporali. Ovviamente poi, i corpi straziati venivano gettati via. Al giorno d’oggi vi è particolare cura per i defunti, visto che, per esempio, le onoranze funebri monte sacro svolgono un eccellente lavoro in questo senso. Si tratta di un’agenzia in grado di garantire le migliori celebrazioni per chi ci ha lasciato.

Tra questi marchingegni, tra gli altri, si affermò un po’ ovunque l’abitudine di costruire trabocchetti o botole che si aprivano sopra a delle cavità più o meno profonde terminanti in ambienti senza uscita e ricoperte di lame, rasoi, corpi contundenti acuminati.

Precipitare in questi anfratti comportava una morte terribile quanto certa, il più delle volte per dissanguamento tra sofferenze prolungate ed interminabili, con arti e costole fratturatisi nella caduta e il corpo martoriato dalle ferite da taglio.

Le leggende dei pozzi a rasoi

Leggende si rincorrono un po’ ovunque e numerose sono le testimonianze tramandate a proposito di questi “pozzi a rasoi” o “pozzi del taglio”

Limitando la nostra indagine all’Emilia Romagna abbiamo individuato tre castelli dove questi pozzi della morte sono stati perfettamente conservati ed è possibile visitarli.

Spostandoci da Ovest verso Est il primo è collocato nello svettante e caratteristico torresino del Castello di Rivalta. Per giungere alla botola che si apre sul pozzo molto profondo, i condannati erano costretti a salire una angusta scala a chiocciola, e percorrendola ci si può immaginare lo stato d’animo di quegli sventurati.

Nel piacentino vi sono tracce di altri “pozzi con le lame” anche nel castello di Zena a Carpaneto, nella torre Farnese di Bettola, nel castello Malaspina di Bobbio, nella torre del palazzo gentilizio dei Malvicini Fontana a Vicobarone, oggi residenza privata ed agriturismo.

Spostandoci nel bolognese, nella rocca di Dozza è stato trovato e recuperato durante le opere di ristrutturazione degli anni 70 un profondo “pozzo rasoio”, antico trabocchetto di difesa militare interna, oltre che strumento di pena per i colpevoli, o presunti tali, di crimini contro l’ordine costituito.

Più a sud, nel castello di Gradara, reso immortale dalle gesta di Paolo e Francesca cantate da Dante, ( Inferno Canto V 100-107) nel cunicolo fortemente inclinato che mette in comunicazione la Sala del Tribunale con la Stanza della tortura, sono tutt’ora visibili le lame di un altro terribile pozzo, concepito per inghiottire per sempre i malcapitati costretti a percorrerlo in un viaggio di sola andata.

In Romagna, la leggenda afferma che nella parte alta della Fortezza di Castrocaro (il cosiddetto Girone) ci sia un pozzo-trappola, nel quale venivano precipitati gli amanti scomodi di Caterina Sforza, la battagliera e sensuale contessa di Forlì e di Imola, unitasi in terze nozze con Giovanni de’Medici, detto “il Popolano”, cugino di Lorenzo il Magnifico.

Da quel matrimonio segreto, celebrato a Castrocaro, forse proprio nella Fortezza, nacque il celebre Giovanni dalle Bande Nere, padre del primo Granduca di Toscana, il famoso Cosimo I de’Medici.

Il pozzo, assai profondo, esiste davvero, ma è ingombro di macerie. Un documento dell’epoca ne attesta la profondità in 95 braccia fiorentine, pari a 55 metri!
Cosa ci sia in fondo al pozzo, però, rimane un mistero avvolto nella leggenda.